Hotel Monterey

Durata: 63 min

Genere: Documentario
Lingua: V.O. SOTT.IT.
Regia: Chantal Akerman
Saute ma ville (Chantal Akerman, Belgio, 1968, 13′)
In un paesaggio suburbano di edifici grigi, una giovane donna si chiude a chiave nella cucina del suo appartamento, mentre si dedica beatamente a smantellare le faccende domestiche, canticchiando freneticamente. Un opuscolo burlesco contro l’alienazione femminile – il primo film di Chantal Akerman, in cui si colloca come protagonista.
La Chambre (Chantal Akerman, Belgio/USA, 1973, 11′)
Attraverso scatti panoramici a 360°, Chantal Akerman descrive lo spazio di una stanza come una successione di nature morte: una sedia, della frutta su un tavolo, oggetti solitari, in attesa. Intravista in questi movimenti, una sola presenza: una giovane donna seduta su un letto.
Hotel Monterey (Chantal Akerman, Belgio/USA, 1973, 65′)
Il film è una descrizione frammentaria di un hotel di lusso, dalla hall al panorama urbano dell’ultimo piano. La cinepresa statica di Akerman coglie il formato frontale per inquadrare l’ingresso, un certo corridoio, l’interno dell’ascensore, per inquadrare, fissare in un’inquadratura, riprese composte da linee, volumi e vuoti, oggetti di fascinazione/documentazione architettonica. Infine, c’è una lunga carrellata che attraversa un paesaggio, non a livello del suolo ma dove le cime degli edifici incontrano il cielo.

63 min
Genere: Documentario
Lingua: V.O. SOTT.IT.
Regia: Chantal Akerman
Saute ma ville (Chantal Akerman, Belgio, 1968, 13′)
In un paesaggio suburbano di edifici grigi, una giovane donna si chiude a chiave nella cucina del suo appartamento, mentre si dedica beatamente a smantellare le faccende domestiche, canticchiando freneticamente. Un opuscolo burlesco contro l’alienazione femminile – il primo film di Chantal Akerman, in cui si colloca come protagonista.
La Chambre (Chantal Akerman, Belgio/USA, 1973, 11′)
Attraverso scatti panoramici a 360°, Chantal Akerman descrive lo spazio di una stanza come una successione di nature morte: una sedia, della frutta su un tavolo, oggetti solitari, in attesa. Intravista in questi movimenti, una sola presenza: una giovane donna seduta su un letto.
Hotel Monterey (Chantal Akerman, Belgio/USA, 1973, 65′)
Il film è una descrizione frammentaria di un hotel di lusso, dalla hall al panorama urbano dell’ultimo piano. La cinepresa statica di Akerman coglie il formato frontale per inquadrare l’ingresso, un certo corridoio, l’interno dell’ascensore, per inquadrare, fissare in un’inquadratura, riprese composte da linee, volumi e vuoti, oggetti di fascinazione/documentazione architettonica. Infine, c’è una lunga carrellata che attraversa un paesaggio, non a livello del suolo ma dove le cime degli edifici incontrano il cielo.